Riprendiamoci il nostro destino!

LA NUOVA FRONTIERA DELL'ITALIA REPUBBLICANA.



domenicomastropasqua36@gmail.com

Blog

Illustre Presidente

mi spiace rubarLe del tempo prezioso ma la posta in gioco è talmente alta da indurmi a rompere ogni indugio ritenendo di estre-

ma importanza che Ella venga a conoscenza di ciò che realmente accade entro le mura di una Istituzione fortemente voluta dal

nostro Legislatore per prevenire quei dirompenti dissesti bancari che hanno a lungo funestato la nostra economia all'indomani

della proclamazione dello Stato Italiano.

Mi riferisco alle Sue recenti dichiarazioni rese pubbliche dai mezzi di comunicazione in ordine alla Sua ferma determinazione di

salvaguardare l'autonomia della Banca d'Italia nella circostanza del rinnovo del mandato di Governatore della stessa.

Sono dichiarazioni assolutamente condivisibili alla condizione però - me lo deve cortesemente permettere - che i destinatari pro-

tempore di questa autonomia siano costantemente impegnati a rispettare nonchè ad applicare le leggi del nostro ordinamento 

giuridico.

In buona sostanza la piena autonomia andrebbe riservata unicamente a chi agisce salvaguardando sistematicamente la corret-

tezza del proprio operato perchè diversamente si trasformerebbe in una pericolosa ratifica di un comportamento fuori le righe.

Con la devastante conseguenza di convincere i destinatari della stessa di poter contare su di una sostanziale impunità.

Una convinzione, questa, che è andata sempre più radicandosi negli ultimi decenni determinando:

1) i fallimenti della Banca Privata Italiana di Michele Sindona e del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi;

2) la perdita di ben 4 mila miliardi delle vecchie lire a seguito della micidiale iniziativa della filiale di Atlanta della Banca Naziona-

    le del Lavoro:

3) il colossale crac della Parmalat costato 14 miliardi di Euro - pari a circa 28 mila miliardi delle vecchie lire - l'equivalente cioè

    di una manovra finanziaria;

4) il fallimento della Banca Popolare Italiana di Giampiero Fiorani;

5) la situazione catastrofica in cui si è trovato il Monte dei Paschi di Siena con perdite di ben 11 miliardi di Euro - pari a 22 mi-

    la miliardi delle vecchie lire - accompagnate anche da 27 miliardi di Euro di soffarenze - pari a 54 mila miliardi delle vecchie 

    lire;

6)  la liquidazione coatta di ben 4 banche del sistema;

7) 15 miliardi di sofferenze rilevate nel portafoglio dell'Unicredit.

Non sarà male sottolineare che sono soltanto le situazioni compromesse venute a galla in questi ultmi anni.

E' sempre convinto di onorare le autonomie senza un doveroso controllo sull'operato di chi ha potuto godere della stessa?

Sono perfettamente convinto che non sia questo il risultato che si attendeva il nostro Legislatore all'atto dell'approvazione della

Legge bancaria.

Io la mia parte di Ispettore della Banca d'Italia l'ho fatta ponendo mano ai cinque esposti , qui acclusi in copia, diretti alle Procure

di Roma, di Milano e di Parma, la cui lettura potrà dar corpo alle tante perplessità da me sollevate sull'efficacia del lavoro svolto 

dalla Vigilanza della Banca d'Italia viste le tante omissioni e le tante prevaricazioni poste in essere dalla stessa nel corso del suo

operato.

La cosa veramente tragica è che i menzionati esposti sono stati da me inviati  a tutti i Segretari dei partiti dell'arco costituzionale

(cfr. fotocopie delle raccomandate anch'esse allegate), i quali ora - per i soliti squallidi giochi di potere - si accaniscono contro

Matteo Renzi a cui va invece rivolto un sentito ringraziamento per la ferrea volontà che sta dimostrando di voler riconoscere la

piena autonomia soltanto a coloro che hanno operato nella piena correttezza.

Non me ne voglia se nella circostanza mi permetto di sottolineare che la scelta del nuovo Governatore non la si risolve ricercan-

dola tra i più stretti collaboratori di Visco - non solo perchè sono rimasti tali avendo condiviso o non si sono opposti alle sue di-

scutibili scelte ma anche perchè sono tutti di provenienza interna e, pertanto, adusi da decenni a quella filosofia devastante che

sta mettendo a dura prova la corretta funzionalità del nostro sistema bancario.

Nel caso si ricorresse ad un esterno di provata onestà - come è del tutto auspicabile - si dovrebbe dargli la possibilità di sce-

gliersi una propria squadra di collaboratori perchè diversamente è del tutto scontato che gli attuali componenti il Direttorio si

guarderebbero bene dall'offrirgli la loro dovuta collaborazione.

Infine sono da escludere le preventivate ripercussioni negative che potrebbero registrarsi in campo europeo per la mancata

riconferma di Visco considerato che la situazione del nostro sistema bancario è stata recentemente valutata negativamente pro-

prio da una società di rating di livello internazionale.

Quindi la sostituzione di Visco avrebbe il sapore di una possibile inversione di tendenza nel delicato settore.

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

Nella precedente lettera indirizzata ai cattolici avevo riportato un episodio avente come protagonista un extracomunitario di fede

mussulmana che - entrato in una aula scolastica frequentata da sua figlia - avendo visto appeso alla parete il crocefisso, dopo

aver manifestato tutta la sua disapprovazione, lo aveva scaraventato fuori dalla finestra!!!

Un episodio di assoluta intolleranza che non ha trovato - come si riteneva del tutto scontato - la corale disapprovazione dei

rappresentanti nel nostro Paese di quella religione.

La qual cosa ha richiamato alla mente la previsione di quella studiosa iraniana che tempo addietro ha avuto cura di sottolinea-

re alle autorità europee che non più tardi del 2050 - anche se questa data ci appare francamente un pò troppo vicina, non sem-

bra però inficiare il suo ragionamento di base - gli extracomunitari di ceppo mussulmano saranno la maggioranza in tutta Euro-

pa a seguito di un indice di natalità riscontrato tra questi ultimi del 4,2% a fronte di un misero 1,3% dei paesi occidentali.

Laddove la previsione di questa studiosa iraniana dovesse verificarsi, l'Europa si troverebbe a dover risolvere due problemi di

grosso spessore forieri di gravi conseguenze:

1) la sostanziale indifferenza dimostrata ampiamente in tutti questi anni dalla maggioranza dei mussulmani a prendere pubblica-

    mente una netta posizione contro gli estremismi dei loro fanatici, indifferenza che è andata sempre più aumentando in questi

    ultimi decenni come conseguenza dei tanti interventi militari subiti da diversi paesi arabi da parte di alcune superpotenze;

2) la pretesa di questi fanatici di considerare le vestigie delle civiltà precedenti la nascita di Maometto come offensive per la loro

     religione per essere la testimonianza del passato degli "Infedeli", testimonianze che andrebbero distrutte come fatto per

     le gigantesche statue erette a suo tempo in Afghanistan e per le antiche città dell'Irak!!!

Sulla base delle suesposte considerazioni e delle preannunciate minacce rivolte alla Santa Sede dai portavoce dell'Isis, Papa

Francesco dovrebbe rivolgere la massima attenzione alle conseguenze disastrose che deriverebbero alla cristianità allorquando

si realizzasse la previsione in parola stante l'immenso patrimonio artistico presente in Italia.

Da qui la inderogabile necessità di sollecitare i nostri governanti ad offrire ospitalità unicamente agli extracomunitari perseguita-

ti nei loro paesi di origine abbandonando così l'idea veramente peregrina di tenere aperte le porte a tutti i richiedenti asilo che

comporterebbe in tempi brevi la dissoluzione della nostra Italia.

Diversamente su Papa Francesco ricadrebbe la responsabilità di aver consentito l'avvio della cancellazione delle vestigie della

cristianità nel Paese più rappresentativo della stessa.

Ricordando - è assolutamente doveroso ribadirlo - che con le sole preghiere non si è mai risolto alcunchè visto che il mondo

va sempre più a rotoli.

 

 

 

 

 

 

 

  

    

    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' mia opinione che la grandezza di GESU' CRISTO sia nell'aver affidato alla semplicità delle sue parabole il difficile compito

di rendere il più agevole possibile la comprensione del Suo  pensiero.

A tal proposito sarà utile rivisitare quanto precisato nel Vangelo di Marco, paragrafo "Peregrinazioni varie" (6.1), sottotitolo "La

missione dei dodici", laddove vengono riproposte le seguenti testuali parole di GESU':

"Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolte-

"ranno, andandovene , scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro".

Non v'è dubbio alcuno che con queste poche parole GESU' abbia voluto sottolineare l'importanza per il cristiano di rispettare

senza eccezione alcuna ogni fede religiosa con l'ovvio abbandono da parte di tutti dell'idea della supremazia di una religione

sulle altre.

Parole che - a ben vedere - costituiscono il principio base della convivenza pacifica tra i popoli pur con le loro incontestabili 

diversità.

Diversità che talvolta - non va assolutamente sottaciuto - rappresentano purtroppo un ostacolo insormontabile che impedisce

il raggiungimento di una visione uniforme su alcuni valori fondamentali.

A tal proposito sarà sufficiente citarne, tra i tanti, i due più emblematici che contrappongono la religione cristiana a quella mus-

sulmana:

1) la visione universale della chiesa cattoica basata sulla piena tolleranza contrapposta alla diversificazione messa in atto dal-

    la religione mussulmana che considera chi non è un suo praticante "un infedele";

2) la monogamia cattolica a fronte della poligamia dei mussulmani.

Ed è proprio su queste contrapposizioni che si impone da parte dei vertici della chiesa cattolica una profonda riflessione che

tenga nel dovuto conto la circostanza - tutt'altro che secondaria - che per i paesi occidentali la poligamia è un reato penalmen-

te rilevante.

A cui si aggiunge per altro verso un episodio di inaccettabile intolleranza accaduto tempo fa allorquando un uomo di religione

mussulmana - entrato in un'aula frequentata dalla figlia - manifestò tutta la sua disapprovazione nel vedere affisso ad una pa-

rete il crocifisso, finendo col gettarlo dalla finestra!!!

Ne discende che - per rendere possibile il superamento di siffatte contrapposizioni - si rende inevitabile che i cittadini di religio-

ne mussulmana che desiderano trasferirsi nei parsi occidentali siano tenuti a rispettare le leggi europee e, quindi, a far luogo

alla rinuncia di alcune facoltà permesse nei paesi di provenienza.

E' quindi del tutto prevedibile che queste rinunce - accompagnate, come sono, dalle scontate difficoltà che i richiedenti asilo  

trovano sul loro cammino per inserirsi nel tessuto produttivo del paese ospitante - creeranno col tempo una situazione di astio

verso le popolazioni di qust'ultimo che potrà dar luogo, sopratutto con le generazioni successive, ad atti di ribellione con le

inammissibili conseguenze che ciascuno di noi conosce attraverso i tragici attentati avvenuti sopratutto in Francia, nel regno 

Unito, in Spagna ed in Germania.

L'argomento è tutt'altro che finito. 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                                   

 

 

                                                                                                                                                                                                                              

E' giunto ormai il momento di occuparci delle tante devastanti contraddizioni che stanno da qualche tempo emergendo prepotentemente nella conduzione della cristianità laddove da una parte si difende ad oltranza la vita del singolo individuo:

1) combattendo ferocemente l'eutanasia;

2) criticando aspramente il ricorso a pratiche abortive;

3) invocando a gran voce la tutela dei minori contro il loro sfruttamento per fini sessuali ovvero per utilizzo dei loro organi,

e dall'altra rimanendo sostanzialmente indifferenti - al di là delle trite parole di convenienza - difronte alla catastrofe umanitaria connessa agli sbarchi di extracomunitari sulle coste italiane a seguito di una distorta applicazione del fenomeno della globalizzazione.

Sbarchi - è bene ribadirlo con fermezza - che inducono migliaia di minori non accompagnati a finire proprio nelle grinfie dei pedofili e dei mercanti di organi!

Difronte a questa inammissibile ecatombe tutti si aspettavano che le alte sfere ecclesiastiche rivolgessero un fermo monito ai governanti europei affinchè - abbandonando le loro odiose contrapposizioni - si impegnassero ad ostacolare con ogni mezzo le partenze dalle coste libiche di tanti disperati.

E ciò a prescindere dal buon fine di siffatta irrinunciabile iniziativa.

Invece assistiamo giornalmente ad un Vaticano che non perde occasione per rivolgere un accorato invito alla comunità europea  di tenere sempre aperte le porte agli extracomunitari offrendo così implicitamente un'arma  formidabile ai trafficanti di esseri umani i quali possono di conseguenza assicurare a tutti coloro che vogliono attraversare il mediterraneo il fattivo intervento dei mezzi di soccorso!

E la gente continua a morire a migliaia.

A questo punto occorrerebbe che da parte delle alte sfere cattoliche si provveda ad una salutare profonda riflessione sull'ammissibilità che un siffatto scriteriato comportamento possa trovare la piena approvazione del nostro Padre eterno.

Proprio per fare piena luce sull'attuale epocale problema concernente il trasferimento di masse di emigranti da un continente all'altro, farò seguito con altri articoli nell'intento di far emergere le reali motivazioni che stanno alla base di questo gigantesco fenomeno.

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                             

Siamo tutti consapevoli dell'esistenza nel nostro martoriato Paese di una inarrestabile deriva corruttiva emersa in tutta la sua drammaticità a partire dal secondo dopoguerra; un fenomeno tuttavia che è stato deliberatamente ed irresponsabilmente sottovalutato dai nostri governanti al punto tale da indurre taluni politici a definire in un recente passato la mafia una leggenda metropolitana! 

Solo di recente le nostre Istituzioni non hanno potuto evitare di prendere atto dell'enorme diffusione del fenomeno corruttivo, risultato ai fatti talmente generalizzato da mettere in pericolo - in assenza di adeguate tempestive iniziative - il suo ridimensionamento entro limiti compatibili con una civile convivenza.

 Ho messo mano, quindi, al libro "Gli inconfessabili retroscena del colossale crac della Parmalat" nel tentativo di risalire alle cause che stanno alla base di un siffatto scempio prendendo lo spunto dal comportamento dei vertici pro-tempore della Banca d'Italia - una Istituzione che gode tuttora di un prestigio assolutamente ingiustificato sol che si ponga la giusta attenzione alle gravissime omissioni da essa perpretate, ieri come oggi, difronte ad episodi di assoluto malaffare, penalmente rilevanti. 

 In questa mia impegnativa ricerca ho dovuto, però, prendere atto, mio malgrado, che - al di là delle affermazioni di circostanza rese in pubblico dai tanti personaggi del variegato teatrino politico/economico di casa nostra - il fenomeno corruttivo non sembra scandalizzare più di tanto vista la nota rinuncia degli stessi a porre in discussione l'operato di coloro che quello scempio non lo hanno ostacolato.

 Al fine, quindi, di riportare alla normalità il nostro disastrato Paese, occorrerebbe voltare pagina una volta per tutte accettando il principio che non esistono idoli intoccabili ma tutti devono rispettare le regole che sono alla base di un Paese che vuole definirsi civile.

 Per raggiungere questo improcastinabile risultato gli italiani - che non mancano di scimmiottare lo stile di vita seguito dagli statunitensi - devono tenere debitamente presente che gli stessi non hanno esitato più di tanto a mettere sotto accusa i loro Presidenti pro-tempore pur sulla base di motivazioni di non rilevante spessore mentre in Italia non si riesce a mettere sotto processo nemmeno i tanti burocrati disonesti che infestano il nostro Paese. 

 Ed ecco perchè è assolutamente necessario non lasciare cadere - in questo momento di crisi di un sistema che ha portato all'attuale disastro - la ghiotta occasione di ribadire l'assoluta esigenza di fare irrinunciabile pulizia nelle nostre Istituzioni utilizzando all'uopo il contenuto di questo mio libro.

 Ricordando che un buon chirurgo non esita ad affondare in profondità il bisturi pur di assicurare la successiva guarigione del paziente.

                                                                                                                                                                                                                                     

 E' il titolo del mio libro, di recente pubblicazione, con il quale  - oltre ad occuparmi del crac della PARMALAT nei suoi inconfes-

 sabili retroscena - affronto un tema assai scottante: quello cioè dell'inarrestabile, devastante declino di una Istituzione già pre-

 stigiosa: la Banca d'Italia.                 

 

Se volete saperne di più consultate il mio libro qui di seguito riportato:

Gli inconfessabili retroscena del colossale crac della PARMALAT.pdf (653666)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

                                                                                                                                                                                                                    

 

Con raccomandata inviata in data 12/11/1992 richiamavo l'attenzione dell'allora Governatore della Banca d'Italia, dr. Carlo Aze-

lio Ciampi, sulla esistenza di procedure non regolari messe in opera da una Cassa di Risparmio a rilevanza nazionale presente

nella capitale facendo  così presente nella circostanza:

"Ove a ciò si aggiunga il fatto che sono ormai anni che la nostra città è percorsa da consulenti bancari che offrono un percorso

"privilegiato per l'ottenimento di mutui e finanziamenti  dietro versamento di una percentuale sull'erogato che andrebbe dal 4%

"al 10% a seconda delle "difficoltà" da superare, il quadro che ne viene fuori non è certo dei più esaltanti.

"Che un tale prelievo lo si possa, poi, far rientrare nel novero delle "tangenti" - tanto di moda in questi tempi - o del "pizzo" di si-

"ciliana memoria o di qualcos'altro non fa in verità molta differenza, resta invece lo squallore di una realtà che andrebbe combat-

"tuta con tutti i mezzi disponibili, sopratutto da parte di chi - come la Banca d'Italia - è istituzionalmente deputata al controllo del

"sistema bancario.

"Quale migliore occasione per un salutare quanto necessario controllo in un settore che la fusione delle tre banche ha reso ancor

"più delicato?

"Ma l'occasione è stata fatta cadere.

Questo inaccettabile disinteresse mostrato ancora una volta dall'Organo di Vigilanza ha avuto come prevedibile conseguenza

il diffondersi del devastante fenomeno a livello nazionale come sta lì a dimostrarlo incontestabilmente il recente malaffare emer-

so in occasione delle concessioni delle linee di credito da parte  del Monte dei Paschi di Siena.

Ben altra sarebbe stata la situazione del settore se detto Organo di Vigilanza non avesse da fin troppo tempo diluito il proprio

controllo sull'universo bancario pur essendo stato lo stesso funestato in un passato piuttosto recente da scandali di rovinose

proporzioni.

Ciò è potuto accadere a causa del gretto centralismo attuato da decenni dalla Banca d'Italia - cui per legge è demandato il de-

licato compito di sottoporre a periodici controlli le aziende di credito del sistema - di riservare a sè ed alla sua Vigilanza Cen-

trale la verifica sulle medie e grandi banche (quelle, cioè, che risultano ai fatti detenere il potere finanziario) lasciando alle pro-

prie filiali periferiche il solo controllo sui piccoli organismi.

Sulla base, poi, di tali controlli il Direttorio ed i responsabili della Vigilanza Centrale pro-tempore sono andati tessendo una se-

rie di rapporti privilegiati che hanno consentito loro non solo di posizionare presso ben individuate aziende del sistema innume-

revoli dirigenti della Banca d'Italia di "stretta osservanza" ma anche di ottenere dalle stesse l'appoggio incondizionato per una 

serie di operazioni a sostegno di talune grandi imprese gradite ai vertici stessi.

Quale allora la terapia d'urto per riportare alla normalità un settore così delicato?

Non sembra sussistere altra soluzione che la separazione dalla Banca d'Italia dell'attività di controllo sul sistema bancario, se-

parazione che ci metterebbe finalmente in sintonia con gli altri paesi dell'Unione Europea, dove da anni il controllo sulle azien-

de di credito viene svolto da soggetti diversi dalla Banca Centrale.

Dr. Domenico Mastropasqua, già Ispettore della Banca d'Italia e già Ispettore Tributario.

 

 

 

Varrà la pena di ricordare - per una necessaria chiarezza del problema oggetto dell'indagine - che a seguito di una rilevazione ef-

fettuata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali è risultato che il nostro sistema bancario ha evidenziato negli ultimi anni un

ammontare di sofferenze capace di erodere circa i 2/3 del suo patrimonio complessivo  e di incidere sul totale dei prestiti erogati

con poco meno di dieci punti percentuali che ci colloca nella poco gradita classifica mondiale al terzo posto dietro l'India, che evi-

denzia un rapporto superiore al 15%, e a ridosso del Messico, che a sua volta registra una percentuale superiore al 12%.

Difronte ad una così evidente compromissione della gestione del credito nel nostro Paese, che cosa fa la Banca d'Italia?

Anzichè pretendere dai responsabili bancari di provvedere con la massima tempestività a rimuovere tutti coloro che questo risul-

tato catastrofico hanno prodotto con il loro irresponsabile scandaloso operato altrimenti voluto - non mancando nella circostanza

di sottolineare che lasciando ai loro posti i protagonisti di tale scempio la situazione non potrà che peggiorare trascinando così

nel baratro la platea dei contribuenti italiani chiamati, come sempre, a ripianare i tanti errori prodotti da questa vergognosa politi-

ca creditizia che continua a premiare comportamenti manifestamente dirompenti - è giunta persino ad attribuire alle aziende di cre-

dito del sistema la facoltà di cedere "pro soluto", a fronte di contropartite di ammontare ridicolo, crediti in sofferenza di difficile esa-

zione, autorizzandole in buona sostanza a portare a spese del conto economico dei loro bilanci annuali il risultato della loro scan-

dalosa inefficienza ovvero della loro compromettente gestione del denaro pubblico (che di questo, purtroppo, si tratta!), concorren-

do così a sottrarre all'erario migliaia di miliardi di Euro, che altrimenti verrebbero tassati a totale beneficio del deficit statale ed a 

conseguente parziale ristoro del pesantissimo prelievo fiscale oggi gravante sui contribuenti italiani.

Sarà nostra cura illustrare nei prossimi articoli le ulteriori discutibili iniziative promosse dal nostro Istituto di Emissione a favore 

delle banche del sistema.

 

 

 

 

 

 

La recente approvazione da parte del nostro Parlamento della legge che ha conferito alla Banca d'Italia la facoltà di procedere al-

la rivalutazione delle quote del suo capitale sociale in mano alle aziende di credito partecipanti ha il pregio di far capire anche ai

più riottosi a che punto è giunto il nostro Istituto di Emissione il quale - anche a costo di perdere per l'ennesima volta la sua trabal-

lante credibilità difronte all'opinione pubblica - non si è lasciata sfuggire la ghiotta occasione di offrire alle medesime una sostan-

ziosa plusvalenza in bilancio, tanto più invocata se rapportata alla pericolosissima esplosione dei protesti bancari che sta com-

promettemdo l'assai precario equilibrio dei loro conti economici.        

L'ennesima conferma di quanto immane sia il potere che esercita il sistema creditizio nostrano sopratutto quando il Parlamento

continua a legittimare con incarichi ministeriali di prestigio l'operato del vertice della banca d'Italia che - anzichè riflettere dovero-

samente sul totale fallimento dell'attività di controllo sulle banche esercitata dalla "Vigilanza" come conseguenza della scelta 

scellerata compiuta dal Direttorio alla fine degli anni '70 diretta più ad assecondare che a contrastare le devastanti procedure po-

ste in essere dai responsabili delle più importanti aziende di credito operanti in Italia giungendo perfino ad assicurare una vergo-

gnosa copertura ad alcuni ben individuati avventurieri sempre presenti nel delicato comparto (il devastante malaffare emerso nel

Monte dei Paschi di Siena costituisce, a ben vedere, soltanto l'ultima in ordine di tempo ) - si adopera in tutti i modi a porre in es-

sere ogni espediente pur di alimentare il potere delle stesse a scapito della massa dei contribuenti onesti spremuti oltre ogni limi-

te.

A ulteriore supporto di questo scandaloso modo di operare dell'Istituto di Emissione sarà sufficiente esaminare alcune delle più

tracotanti  iniziative assunte dallo stesso in un recente passato partendo da quella mirata a risolvere in modo eclatante il problema

della vergognosa gestione clientelare da parte delle stesse.

Mi riservo, quindi, di affrontare questo spinoso argomento nel prossimo articolo.

                                                                                                       

 

 

 

                                                                                                                             

Assolutamente inimmaginabili sono, poi, le conclusioni raggiunte dai protagonisti dei seguenti due episodi, che stanno lì a dimo-

strare l'abisso in cui è sprofondata l'etica di una moltitudine di personaggi che pur non perdono occasione, mediante organi di 

stampa, di presentarsi agli italiani come fustigatori inflessibili del malcostume imperante!

Ma procediamo con il primo.

Sempre spinto dal desiderio di trovare qualcuno che avesse il coraggio civile di affrontare a muso duro le tante violazioni di legge

compiute nella vicenda PARMALAT, mi indussi  a parlarne con un sindacalista a cui chiesi di segnalarmi il nome di un giornalista

di un periodico a valenza nazionale interessato ad affrontare sulla stampa la spinosa vicenda.

Mi assicurò di potermi in qualche modo aiutare visto che da tempo era in cordiali rapporti con un redattore del settimanale MILA-

NO/FINANZA, responsabile del settore economico.

Curai, quindi, di prendere contatti telefonici con l'interessato, invitandolo a venirmi a trovare a casa mia. Trovandosi, però, momen-

taneamente occupato con altra delicata vicenda, mi segnalò il nome di un suo stretto collaboratore al quale - in occasione della 

sua visita - feci tenere copia dei primi quattro esposti con l'intesa che, dopo attenta lettura , si sarebbe fatto sentire nel giro di po-

chi giorni.

Di giorni, tuttavia, ne passarono parecchi al punto tale da indurmi a prendere l'iniziativa di contattarlo per le vie telefoniche.

Con visibile imbarazzo mi precisò che - risultando implicato nella vicenda il Presidente del Gruppo Cassa di RIsparmio di Roma -

erano obbligati a lasciar cadere ogni iniziativa in quanto MILANO/FINANZA era azionista della Banca di Roma e, pertanto, non

potevano andare contro i propri interessi visto che uno scandalo di quelle dimensioni avrebbe avuto conseguenze pesantemente

negative sul titolo della banca in questione!

Assolutamente incredibile!!!

Dò per scontato che alla lettura di queste righe pioveranno smentite a tutto piano, come è prassi consolidata in questo nostro Pae-

se ogniqualvolta la gente viene messa difronte alle proprie responsabilità.

Ma l'attendibilità di quanto affermato è facilmente verificabile andando a scorrere l'elenco dei soci della Banca di Roma, dove è

verosimile possano trovarsi sia la stessa MILANO/FINANZA  sia il redattore da me contattato inizialmente.

Ad ulteriore supporto  di quanto da me riportato, c'è il contenuto del foglio a me indirizzato dalla sede romana del predetto perio-

dico che qui si ripropone:

"Mi scuso con lei dell'accaduto.

"...................(come tanti altri colleghi) è in ferie in questi giorni.

"A presidiare la redazione romana di MF siamo rimasti solo in due e, purtroppo, non riusciamo a dedicarci a tutto quello che vor-

"remmo.

"Il documento che ci ha sottoposto è di sicuro interesse e meriterebbe opportuni approfondimenti che in questo momento non sia-

"mo in grado di compiere.

"Scusandoci ancora dell'accaduto..............

Approfondimenti che - come peraltro già avvenuto in tante altre delicate vicende di interesse nazionale - non hanno avuto alcun

seguito nemmeno nei momenti successivi!!!

                                                                                      /////////////////////////////////////

Altrettanto incredibili appaiono, poi, le conclusioni raggiunte nel secondo episodio che ha avuto come protagonista il giornalista

del "CORRIERE DELLA SERA", Sergio Rizzo, autore, insieme al suo collega Gian Antonio Stella, del bestseller "LA CASTA",

la cui lettura mi fece ben sperare in un suo possibile coinvolgimento su un tema tanto scottante come quello del crac della PAR-

MALAT.

Decisi, così, di contattarlo telefonicamente presentandomi naturalmente come ex Ispettore della Banca d'Italia, spettatore suo mal-

grado di comportamenti oltre il lecito dei vertici di detto Istituto,  precisandogli che sarei stato lieto - ove l'argomento fosse stato da

lui ritenuto di sicuro interesse - di riceverlo a casa per mostrargli la documentazione in mio possesso che quei comportamenti evi-

denziava in modo netto ed inconfutabile. 

Nel consegnargli copia dei miei esposti, volli richiamare la sua attenzione sui "rapporti inquietanti" esistenti tra i vertici pro-tempo-

re della Banca d'Italia ed il Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Roma, rag. Cesare Geronzi.

A sentire pronunciare il nome di detto personaggio ebbe un moto di stizza a cui fece seguito una affermazione di questo tipo "Il

personaggio da lei citato è a tutti gli effetti un intoccabile"!

Per la qualcosa - pur trattenendosi i documenti a lui esibiti - fece chiaramente capire che era purtroppo impossibilitato a dare un

seguito alla spinosa vicenda!

In proposito non si può del tutto escludere - come di norma accade in siffatte circostanze - che possano pervenire dall'interessato

secche smentite a quanto da me testè evidenziato.

Ciò non toglie che è del tutto inimmaginabile che quanto da me rappresentato con la consueta chiarezza e responsabilità possa

valutarsi semplicisticamente come frutto della mia fantasia, tanto più se si tiene nel dovuto conto le tante coperture che il perso-

naggio in questione ha sempre goduto e tuttora gode presso le sitituzioni del nostro Paese.

 

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