Riprendiamoci il nostro destino!

LA NUOVA FRONTIERA DELL'ITALIA REPUBBLICANA.



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Lettera aperta a Beppe Grillo.

04.08.2013 17:35

Come a te ben noto, quello che accomuna i politici nostrani è la grande abilità a tracciare programmi ambiziosi che, poi, si guardano  bene dal realizzare. Vediamo ora, caro Grillo, se tu puoi costituire la prima vera significativa eccezione a questa malsana consuetudine sulla base del seguente episodio che ti ha visto assoluto protagonista in un recente passato. Come ricorderai, all'inizio dello spettacolo da te tenuto il 27/4/2005 al Palalottomatica di Roma annunciasti questa chicca: avevi raccolto ad una cena la confidenza di un alto dirigente del Gruppo Cassa di Risparmio di Roma che ti informò che sin dal 2002 il vertice del Gruppo era perfettamente al corrente della gravissima situazione in cui si dibatteva all'epoca la PARMALAT. Da qui una pesante invettiva nei confronti del Presidente del Gruppo, colpevole a tuo dire di non aver tempestivamente informato le autorità di controllo sulle disastrose conseguenze che sarebbero potuto ricadere sulla folta schiera di azionisti/risparmiatori che avevano investito i loro risparmi di una vita nelle azioni della società. Una chicca, oltre che assai gradita, del tutto impensabile visto che veniva nientepopodimeno sbandierata nel corso di un pubblico spettacolo. Ma il suo lato debole risiedeva nel fatto che le pesanti accuse formulate nei confronti del discusso personaggio si basavano, purtroppo per te, su semplici confidenze raccolte da un informatore e non su una probante documentazione, della cui esistenza non venne fatto alcun cenno. Ed è proprio per fare assoluta chiarezza sulla squallida vicenda che tentai - senza peraltro riuscirci - di contattarti personalmemte al fine di ristabilire l'ordine delle cose mediante una più puntuale ricostruzione dei fatti, supportati questa volta da adeguato materiale cartaceo, assolutamente incontestabile. Risultati, così, vani questi tentativi di parlarti direttamente volli prendermi una pausa di riflessione. Ma allorquando appresi dalla stampa quotidiana la notizia che era nelle tue intenzioni di scendere in campo, mi sembrò del tutto ovvio inviarti una e-mail in data 24/10/2007 visto che lo stato di decozione della PARMALAT risaliva nientemeno che al 1990 non su semplici congetture ma sulla base di una puntuale segnalazione da me inviata nel marzo 1991 all'allora Governatore della Banca d'Italia a cui aveva fatto seguito una seconda raccomandata a lui spedita nel novembre 1992. Questi i passi dell'e-mail più rilevanti:  

" Ciò in quanto la corruzione imposta per decenni dalla classe politica dominante ha procurato nel tessuto nazionale guasti spesso irreparabili laddove ha stravolto la corretta competizione tra i managers degli apparatri pubblici a tutto vantaggio delle esigenze clientelari e di nepotismo e, quindi, a scapito dei meriti personali richiesti. In questo desolante scenario nazionale un ruolo primario lo ha svolto il nostro sistema bancario sottrattosi da tempo - con la manifesta accondiscendenza dell'Organo di Vigilanza -  a quegli inevitabili controlli che ne avevano assicurato in passato il regolare sviluppo e funzionamento. Con la conseguenza del rafforzamento nel delicatissimo settore della devastante legge della giungla dove la legalità viene pesantemente e sistematicamente umiliata con rovinosi riflessi economici per il nostro martoriato Paese. Un caso su tutti: l'immane crac della PARMALAT - la più grande catastrofe finanziaria che si ricordi a memoria  d'uomo nel nostro Paese -  che ha evidenziato senza ombra di dubbio la costante copertura assicurata alla società da parte degli Organi di controllo i quali erano perfettamente consapevoli dello stato di decozione in cui versava la PARMALAT già dalla fine dell'anno 1990. Si impone, così, l'esigenza che la politica non rimanga più a lungo esclusivo appannaggio dei professionisti della stessa e che sia assicurato un ricambio generazionale di quegli uomini che più degli altri hanno contribuito a condurre l'Italia allo sfascio attuale. Con la tua discesa in campo ci dai una forza e delle motivazioni in più per il raggiungimento di un tale agognato traguardo".              

Non avendo ottenuto da te alcuna risposta, il successivo 30/10/2007 ponemmo mano a questa seconda e-mail: Caro Grillo, ti saremmo veramente grati se tu ci facessi conoscere il tuo pensiero in merito al contenuto della nostra e-mail in oggetto.                             

 Alcuni giorni dopo, sempre per e-mail, ci venne fatta questa stupefacente precisazione: Poichè la posta in arrivo è tanta, non possiamo rispondere a tutti!!!!!  Così regolandoti, hai perso una ghiotta occasione per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla palese inconsistenza dell'operato dell'Organo di Vigilanza che avrebbe di certo indotto quest'ultimo ad un più puntuale controllo sul sistema bancario con la conseguenza di impedire la maturazione del nuovo scempio con protagonista, questa volta, il Monte dei Paschi di Siena con la consueta perdita di migliaia di miliardi di Euro. Come vedi, non è affatto sufficiente urlare accuse contro il sistema Italia, notoriamente pervaso da laceranti fenomeni corruttivi, risultando per contro più produttivo ed efficace affinare la lotta affinchè i corrotti vengano sistematicamente individuati con una seria opera di prevenzione - che non deve subire per nessun motivo eccezione alcuna - comminando agli stessi le pene previste dal nostro codice penale senza le ricorrenti attenuanti che, permettendo loro di pagare un prezzo minimale, spinge tanta gente ad imitare le loro tracotanti imprese. Correlativamente dobbiamo pretendere che gli incarichi più prestigiosi vengano assegnati a persone di comprovata onestà e professionalità. In conclusione, per raggiungere questo irrinunciabile traguardo, è del tutto errato posizionarsi all'esterno ad osservare l'edificio che va sbriciolandosi - il nostro amato Paese - essendo molto più ragionevole concorrere al suo consolidamento entrando in esso e puntellando i suoi pilastri più deboli. Mi auguro che tu voglia riflettere su queste ultime fraterne considerazioni. Un saluto.