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Le tante amare considerazioni sulla conclusione del crac Parmalat.

08.03.2014 16:32

La recente sentenza della Corte di Cassazione  sul crac Parmalat rende d'attualità il contenuto della raccomandata da me inviata in data 10/12/2012 al nostro Presidente della Repubblica che qui si ripropone nei suoi passi più rilevanti:

"Illustre Presidente

le Sue reiterate affermazioni apparse sulla stampa quotidiana "Il Governo siamo tutti noi", finalizzate chiaramente a richiamare ogni cittadino alle proprie ineludibili responsabilità, attesa la delicatissima situazione economica / finanziaria in cui versa da fin troppo tempo il nostro bistrattato Paese, le ritengo assolutamente condivisibili.

E' un principio a cui mi sono, in verità, costantemente ispirato nella mia attività lavorativa svoltasi prevalentemente in campo bancario  ma che - lo dico purtroppo con grandissima amarezza - non ha sortito alcun effetto se non quello di vedermi sistematicamente relegato in una sostanziale emarginazione riservatami, ovviamente, da tutti coloro che sono stati da me indicati come protagonisti di episodi di particolare gravità.

Da qui la decisione di rivolgermi alla Sua autorevole persona al fine di ottenere quel sostegno necessario a fare piena luce su un settore incontestabilmente portante di ogni economia matura - quello cioè bancario / finanziario - ma sorprendentemente negletto dalle nostre autorità preposte al suo controllo.

"Mi riferisco in particolare ad uno dei più sconcertanti episodi che hanno costellato in questi ultimi anni il settore in parola: l'immane crac della Parmalat che ha prodotto - come Ella saprà bene - perdite per ben 14 miliardi di Euro, pari a circa 28 mila miliardi delle vecchie lire, l'equivalente cioè di una manovra finanziaria del nostro Governo! che , inevitabilmente, hanno chiamato in causa, come sempre, i già fin troppo tartassati contribuenti italiani.

Un disastro assolutamente prevedibile ed ampiamente evitabile ove ci fosse stata la reale volontà delle autorità demandate per legge al controllo del sistema bancario di intervenire con la dovuta tempestività avvalendosi delle mie pur puntuali segnalazioni inviate per tempo al Governatore pro-tempore della Banca d'Italia negli anni 1991 e 1992.

Mi preme sottolineare che è lungi da me l'idea di santificare l'ex patron della Parmalat - che non ho mai conosciuto nè direttamente nè indirettamente - l'intento essendo quello di ristabilire un minimo di verità su quello squallido intreccio affaristico / finanziario che evidenzia senza ombra di dubbio una responsabilità che va ben oltre quella stabilita dalle sentenze a tutt'oggi emesse per l'incontestabile ruolo svolto da alcuni noti personaggi del nostro sistema bancario.

In proposito va sottolineato il sorprendente assoluto silenzio che si è dovuto registrare nel corso dei recenti processi celebrati a Milano e a Parma dove l'autorità inquirente non ha ritenuto di fare un benchè minimo riferimento al contenuto dei miei cinque esposti - fatti tenere, è bene ricordarlo, tempestivamente alle Procure interessate - che hanno evidenziato in modo inequivocabile una sequenza impressionante di pesanti omissioni e abusi di ufficio compiuti proterviamente per anni proprio dai vertici dell'Istituto demandato per legge ad assicurare il regolare funzionamento del sistema bancario.

I quali vertici - pur pagati profumatamente da noi contribuenti - non hanno esitato a snobbare con deprecabile irresponsabilità i loro delicati compiti procurando tante nefaste conseguenze ai danni di tanti risparmiatori il cui unico torto è stato quello di fidarsi ciecamente di quei controlli che una stampa interessata ritiene essere il top dell'efficienza!

Altrettanto sorprendente è stata la conclusione dei collegi giudicanti di sollevare in toto il sistema bancario da ogni responsabilità nel crac della Parmalat.

A tal proposito è del tutto lecito domandarsi: come si può pensare che in un crac di così enormi dimensioni - il più grande che si ricordi a memoria d'uomo nel nostro Paese - il sistema bancario possa essere rimasto del tutto estraneo?

Come non ricordare i tanti micidiali tracolli che hanno costellato in questi ultimi anni il particolare settore - da quello delle banche di Michele Sindona a quello del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi attraverso le singolari disastrose operazioni compiute dalla Banca Nazionale del Lavoro e così via - tracolli che sono diventati inevitabili proprio per l'assenza di doverosi approfonditi controlli da parte di chi era tenuto su basi costituzionali ad impedire il loro perfezionamento?

Un andazzo, Signor Presidente, che varrebbe la pena di rimuovere con fermezza e determinazione onde evitare che la già compromessa situazione economica del nostro Paese vada sempre più peggiorando togliendo così ogni speranza di un futuro migliore alle nuove generazioni. 

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"Al fine, quindi, di evitare che ancora una volta venga stesa una coltre di silenzio sulle micidiali connivenze esistenti tra alcuni esponenti di spicco del nostro sistema bancario, varrebbe la pena, Signor Presidente, impegnarsi a risalire alle inammissibili coperture assicurate all'ex patron della Parmalat onde inviare un chiaro messaggio ai vertici delle aziende di credito operanti nel nostro Paese che non saranno più tollerate inosservanze e violazioni di legge pena l'immediata radiazione degli stessi dai loro prestigiosi incarichi con tutte le conseguenze del caso.

Sono pienamente consapevole che l'attuale momento politico con i suoi pesantissimi risvolti economici consiglierebbe di soprassedere o rimandare un così pericoloso approfondimento ma il tessuto cancerogeno è talmente esteso nel delicato settore da imporre senza esitazione alcuna interventi di alta chirurgia per la sopravvivenza del nostro Paese.

D'altra parte risalire alle immani responsabilità di coloro che non hanno ostacolato il compimento di questo colossale scempio non significa inseguire l'intento di assicurare loro una punizione esemplare dai risvolti penali ma l'avvio di un nuovo modo di fare politica nel delicato comparto pretendendo dai protagonisti un comportamento basato inderogabilmente sulla legalità e sulla professionalità. 

Un impegno che richiede di certo - vale la pena sottolinearlo - ferrea volontà e grandissima determinazione, doti queste che riesce sempre più difficile ritrovare nei nostri attuali governanti.

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"Nel rimanere a Sua totale disposizione per ogni qualsiasi chiarimento in ordine a quanto da me riportato nella presente" =======

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